Dieselpunk Italiano Ausf. I, in cui l'autore cerca di definire il Dieselpunk

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§:AlchemicalColonel:.:Lenore K:§
view post Posted on 5/6/2011, 18:53




CITAZIONE
il Dieselpunk non può diventare Steampunk a benzina, esattamente come lo Steampunk non è Cyberpunk nell'800.

Quoto in pieno la tua frase, ti sei spiegato perfettamente e, credo, hai contribuito a sviluppare una discussione simpatica e fertile!

Comunque, parlavo dell'amore ucronico che le due filosofie (separate per temi) condividono, al quale in entrambe i fan e i fautori applicano una sensibilità moderna impossibile per l'epoca. In questo, intendevo dire che la base ideologica è comune.
Poi, giustamente, nessuno potrebbe pensare di ri-editare, che ne so, i fantasmi che emergono dalle storie di Poe, in stile Hellboy :huh: (tanto per dire una, eh)

@ Homini Lupus: grazie dell'esplicazione, non avevo afferrato il senso di fondo della tua argomentazione, prima ^_^

A ogni modo, almeno per me e per il mio tipo di sensibilità, Dieselpunk e Steampunk convivono armoniosamente stando ben attenti a non mischiarsi l'uno con l'altro in un mélange privo di ogni base culturale che segua una logica (Madame Bovary con i Fantastici 4 uaaaaahahahaha!!!!).
E questo vale per la fiction, per l'estetica, ecc... Un amore a due vie, insomma!

 
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Eisenheim
view post Posted on 5/6/2011, 21:37




Non so ma il Dieselpunk che avete descritto mi sembra un po' oscuro nel senso che non lo vedo molto vicino a steampunk e cyberpunk..

Il cyberpunk punta moltissimo su importanti questioni come gli effetti negativi del sistema economico capitalista-liberista (vedi le megacorporazioni che sono aziende multinazionali che diventano veri e propri governi), il divario tra le classi sociali, il rapporto con la tecnologia (la disumanizzazione degli uomini-macchina e l'umanizzazione dei robot-uomini), il rapporto con la natura (inquinamento, sfruttamento, esaurimento risorse e bisogno di ripensare allo stile di vita oppure rassegnarsi alla morte del pianeta),etc.. In questo mondo la sopravvivenza stessa è di per sé difficile, è un mondo per definizione violento e difficile, sporco e meschino, dove il singolo lotta per la propria vita e non c'è posto per grandi ideali.

Lo steampunk per come lo vedo io è lasciar libera l'immaginazione di pensare a come si sarebbe svolta l'epoca vittoriana se ci fosse stata una tecnologia più spinta basata principalmente sul vapore (ma non solo).. le tematiche principali potrebbero essere ad esempio le innovazioni di questa tecnologia parallela, il colonialismo, la seconda rivoluzione industriale con annessi problemi di inquinamento e povertà, l'esplorazione,.. il suffisso punk comunque sottintende che si tratta di una rivisitazione personale, "artigianale" e assolutamente distante da ogni inquadramento.

In entrambi i casi pur nelle loro diversità io ravviso il valore dell'individuo, dell'iniziativa personale, della propria capacità di cavarsela da soli con la propria abilità (che tu sia un net-runner, oppure un inventore steam), e in entrambi i casi vedo una critica alla società: in un caso, la società vittoriana, con la sua dabbenaggine, le sue facciate, l'ipocrisia.. nell'altro l'incapacità di gestire una corsa tecnologica sfrenata, uno sfruttamento avanzato del pianeta, e soprattutto l'incapacità di vivere assieme in maniera fraterna degli esseri umani, la loro incapacità di cercare l'uguaglianza sociale.

Nel Dieselpunk invece..dal poco che ho capito..

- non vedo la componente individuale-artigianale-di sapersela cavare
- vedo invece un invito all'uniformazione in relazione alla tematica delle masse
- non vedo dei temi forti e con essi un critica sociale


Credetemi non è mia intenzione denigrare bensì cercare di capire :) spero che sarà una discussione proficua sotto questo aspetto!

 
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Homini Lupus
view post Posted on 6/6/2011, 16:53




CITAZIONE (Eisenheim @ 5/6/2011, 22:37) 
- non vedo la componente individuale-artigianale-di sapersela cavare
- vedo invece un invito all'uniformazione in relazione alla tematica delle masse
- non vedo dei temi forti e con essi un critica sociale


Credetemi non è mia intenzione denigrare bensì cercare di capire :) spero che sarà una discussione proficua sotto questo aspetto!

Per come la vedo, vi è una componente individualista-fai da te nel periodo di riferimento (20-40), in particolare se guardiamo il periodo tra la crisi del '29 e la guerra. La massificazione pone a rischio tale individualismo, ma proprio per contrasto lo esalta e ne aumenta l'importanza. Ecco alcuni elementi che lo generano:

1) Tecnologia: l'auomobile e l'aeroplano in particolare pongono il destino del pilota nelle sue stesse mani. Non siamo ancora giunti al periodo del trasporto individuale di massa, in cui la strada è un flusso razionalizzato e rumoroso di persone annoiate bensì in un periodo pionieristico, in cui il pilota è anche meccanico e deve conoscere il proprio mezzo come un'estensione del suo corpo.

2) Massificazione: la massificazione spinge a due tipi di individualismo; il primo è di rifiuto, l'opposizione del singolo ad un intero sistema sempre più soffocante. Il secondo è la guida stessa delle masse, il profeta che guida le popolazioni spaesate dalle nuove realtà ma abituate alla violenza organizzata dalla Prima Guerra Mondiale è pur sempre un individuo che però, invece di fuggire dalla massa, esprime se stesso guidandola.

3) Crisi economica: l'eroe del noir, del mondo impoverito dalla crisi non si appoggia, di norma, ai programmi del governo per sostenere la società, ma è proprio l'individuo che attraverso l'ingegno, il coraggio o la mancanza di scrupoli riesce a trovare la propria strada e a trarre vantaggio dai vicoli oscuri della città.

I temi forti sono tutti quelli che vi vogliamo inserire, al più il problema è che laddove tendiamo a immaginare l'ottocento come un periodo di correttezza e manierismi e quindi "svergognarlo" sottolineando la brutalità della dominazione coloniale, gli abusi sui lavoratori e simili crea un interessante effetto di contrasto dire che il mafioso o il dittatore di turno sono cattivi è quasi come sparare sulla croce rossa. A questa ricerca di grottesco si adattano meglio i ridaciani "happy days" degli anni '50.

Inoltre, a dirla tutta, sento un bisogno molto relativo di critica sociale all'interno dell'estetica e della produzione artistica. Se ci entra con naturalezza ci può anche stare, ma dover mettere per forza una critica sociale ovunque è un assurdità, non fosse altro perché criticando soltanto non si costruisce niente, e se non si costruisce niente non c'é niente da criticare.
 
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Eisenheim
view post Posted on 6/6/2011, 19:14




la mia non aveva certo la pretesa di essere un'analisi completa della letteratura cyberpunk e del genere steampunk, semplicemente ho messo alcuni punti comuni di paragone che per me saltano all'occhio.. magari col dieselpunk non c'entrano nulla, ma allora quali sono le tematiche e i valori dovrebbe dirmelo chi lo conosce meglio ^^

è pure possibile che tali tematiche e valori non mi attirino o interessino al contrario del cyber e dello steam, e pertanto tenda a "minimizzarli" riducendo il dieselpunk a un fenomeno estetico di scarsa rilevanza..

ma come si dice, è proprio per questo che sono curioso di sapere quali sono invece le cose più importanti di questo immaginario.

avete libri o film consigliare??? :)
 
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Homini Lupus
view post Posted on 7/6/2011, 07:09




L'unica produzione artistica esplicitamente etichettata come dieselpunk che io sappia sono i romanzi di Alessandro Girola, che egli pubblica sul suo sito. Comunque ci sono diversi film e romanzi che di fatto rientrano almeno in parte nella definizione. Inoltre come ogni corrente nata più dall'interesse del pubblico che da un manifesto artistico bisogna stare attenti a distinguere il concetto di "mi piace" dal concetto "ha tematiche od estetica che ricadono nell'ambito del genere".
Per quanto riguarda i film i "classici" sono "Sky captain and the world of tomorrow", "Rocketeer" e "Metropolis". Li definisco classici in quanto sono le opere più conosciute e citate e valgono la pena di essere visti. L'ultimo in realtà è un film di fantascienza dell'epoca, ma coglie piuttosto bene l'immaginario estetico che finirà per riversarsi nel retrofuturismo moderno.
Altre pellicole meno conosciute colgono abbastanza nel segno; alcuni esempi:
"Richard III" del 1995 è uno dei miei preferiti di sempre e pur essendo semplicemente una riedizione di Shakespeare in veste anni '30 coglie bene la tematica della nascita e caduta del totalitarismo.
"Dark City" utilizza in modo intelligente l'estetica "ottensiana oscura" e se non rientra pienamente nel genere quantomeno utilizza in modo creativo la tematica dell'incubo urbanistico.
"Deathwatch" è più che altro un film dell'orrore, ma piuttosto che il solito catalogo da bottega del macellaio offerto dal solito tizio vestito di nero, una trincea demoniaca e un inglese pazzo che si veste di scalpi dei nemici sono una ventata di iprite fresca.
"Cast a deadly spell" rientrerebbe più nella categoria Chtulhupunk se esistesse; è comunque spassoso ed irriverente.

Per quel che riguarda la letteratura non ne conosco molta; che io sappia gli unici romanzi etichettati esplicitamente dall'autore come dieselpunk sono quelli di Alessandro Girola, che egli pubblica sul suo sito.
Vi è una letteratura abbastanza ampia di storia alternativa del secondo conflitto mondiale, che in linea di massima rientrano in due categorie: 1) Un elemento di disturbo cambia la storia del conflitto, che quindi si svolge in maniera differente, con diversi schieramenti o in diversi anni, ad esempio nel ciclo "invasione e colonizzazione" 2) Le potenze dell'asse vincono la guerra o comunque sopravvivono al conflitto, come in "The man in the high castle".
Per tornare alle tematiche sociali e alla lotta dell'individuo contro il sistema, 1984 è un romanzo che le incarna molto bene. Pur essendo un libro di fantascienza esso di fatto riprende e porta all'estremo le esperienze dei totalitarismi anni '30 e '40.
 
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§:AlchemicalColonel:.:Lenore K:§
view post Posted on 16/6/2011, 21:36




Quanto a immaginario e tematiche, i.m.h.o. ritengo indispensabile la visione del primo film di Hellboy.

Da sempre fan del fumetto, quando è uscito il film non ho potuto fare a meno di vederlo; ecco, credo che Guillermo Del Toro abbia sentito ciò che sento io - che in fondo le due correnti non sono così distanti e non è il caso di creare schieramenti opposti per una filosofia di fondo che pur non essendo la stessa, la possiamo sempre e comunque ricondurre alla voglia di fantasia e di "ciò che avrebbe potuto essere se il futuro fosse accaduto prima.

Dieselpunk, è l'emergere della sensibilità moderna (post-moderna) con l'estetica e la vivacità unica di quel periodo caratterizzato non solo dalla propaganda e dalle guerre ma anche da Art-Déco, Belle Epoque, Pin Ups, etc...

Diciamo che io sto un po' in mezzo, tra lo Steam e il Diesel, insomma.
Comunque, ripeto il consiglio... HELLBOY THE MOVIE (IL PRIMO). Da vedere assolutamente per le immagini e lo Zeitgeist che secondo me calzano alla perfezione.
 
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Rodzo
view post Posted on 22/6/2011, 12:46




Pensavo in questi giorni, dando una sbirciata a mad max, waterworld e altro: ci sono diversi immaginari post- atomici e ognuno ha coerenza estetica con i vari generi di cui stiamo parlando. fra persone informate è molto semplice capirsi, ma immaginate di spiegare a vostra nonna di cosa state parlando.
Cioè: un eventuale mondo post atomico dove i suoi abitanti hanno avuto la brillante idea di utilizzare i detriti tecnologici della civiltà precedente adattandoli per creare macchine, costruzioni e quant'altro, alimentando il tutto a vapore (con aeronavi e altro preso in prestito dallo steam), pur mancando l'elemento ottocentesco, vittoriano, ha chiaramente qualche connessione con lo steampunk. Ma come è lecito definirla questa innegabile parentela? E senza offendere nessuno? :)
Acciaio!
 
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Time_Mistress
view post Posted on 22/6/2011, 13:39




IN effetti quella post atomica/nucleare/disastro generale è una delle probabili ambientazioni steampunk alternative al vittoriano...
Anche se spesso utilizzata nel cyberpunk
 
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Homini Lupus
view post Posted on 22/6/2011, 17:55




Colgo l'occasione per chiarire la mia esclusione del Guerriero della Strada e dei suoi epigoni dall'ombrello estetico del Dieselpunk, sperando di non ricevere una visita da parte di un Ayatullah del Rock and Roll arrabbiato...

Un po' di precisazioni prima.

In primo luogo è bene dire che la mia è un'opinione divergente. L'inclusione del post-apocalittico trova un certo consenso nelle comunità Dieselpunk che conosco in rete.

Inoltre è bene notare che, a differenza di altri generi, non esiste un ideatore del Dieselpunk; le produzioni chiaramente etichettate come tali sono poche e non esiste niente di simile alla "trilogia dello sprawl". In pratica, è un genere poco conosciuto, spesso non riconosciuto (e magari sommariamente aggregato allo steam) e poco definito. Questo ha il vantaggio di risparmiarci, ancora per un po', le produzioni "di genere", spesso sifiliche appropriazioni di un'immaginario amato da alcuni appassionati al fine di generare flussi di cassa, ma rende difficile trovare un equilibrio tra un'atteggiamento "tabula rasa", per quale è dieselpunk solo quello che l'autore definisce tale, e un atteggiamento "a bidone" in cui basta una "Matilda the Hun" a rendere un film Dieselpunk.

Se nomino Dieselpunk ad una persona che ha una certa conoscenza del termine richiamo alla sua mente un immaginario abbastanza vasto il quale non solo ruota intorno ai poli dei sistemi totalitari, del "Jazz Age" e del conflitto mondiale, ma che prevede in linea di massima una società organizzata. L'eroe Dieselpunk può muovere al di fuori di questo ordine, al fine di imporrene uno nuovo o semplicemente di perseguire il proprio interesse individuale, ma non può certo ignorarlo come l'eroe solitario che affronta terre desolate e desertiche dietro il rombante motore di una V8.

Inoltre spesso e volentieri l'immaginario post-apocalittico è considerato come parte dell'immaginario Cyberpunk. A tutti gli effetti, al di fuori degli incubi urbanistici Cyberpunk vi è spesso una desolazione desertificata. Inoltre, tra le fonte citate nel Chromebook 2020, vi è proprio Mad Max.

Per questi motivi etichettare questi film come Dieselpunk crea confusione e mi pare poco proficuo.

Tutto l'immaginario dove, a seguito di una catastrofe provocata dall'uomo, i governi sono caduti e uomini abbrutiti al fine di superare nuovamente lo stato di natura Hobbesiano si organizzano in piccole comunità stanziali o in bande seminomadi è, a mio parere, meglio definito dal termine "post-apocalittico".

Questo genere peraltro ha avuto un suo periodo di gloria cinematografica in passato, quando numerosissime pellicole di produzione italica e qualità tendente allo scarso cercavano di sfruttare il successo di "road warrior".

In questi film spicca moltissimo l'elemento "punk"; può inoltre essere proficuo distinguerli dal post-apocalittico "parziale", in cui la violenza apocalittica ha, in buona sostanza, lasciato in piedi le vecchie strutture politiche (ad. esempio in molti racconti di Dick ed in "Blade Runner", che per l'appunto è tratto da un suo romanzo) nelle quali l'elemento "punk" tende a mancare.
 
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§:AlchemicalColonel:.:Lenore K:§
view post Posted on 23/6/2011, 02:27




CITAZIONE
In questi film spicca moltissimo l'elemento "punk"; può inoltre essere proficuo distinguerli dal post-apocalittico "parziale", in cui la violenza apocalittica ha, in buona sostanza, lasciato in piedi le vecchie strutture politiche (ad. esempio in molti racconti di Dick ed in "Blade Runner", che per l'appunto è tratto da un suo romanzo) nelle quali l'elemento "punk" tende a mancare.

CITAZIONE
In primo luogo è bene dire che la mia è un'opinione divergente. L'inclusione del post-apocalittico trova un certo consenso nelle comunità Dieselpunk che conosco in rete.

Concordo con tutto il tuo intervento, e in particolare con questa frase; non basta la sgasata di una motocicletta oleosa e un Thompson in un mondo post-apocalittico pieno di zombie, per fare una storia Dieselpunk.
Sei veramente ferrato sull'argomento, complimenti!
Anche per il ragionamento sulla cultura massificante e i governi :)

Comunque, sì. Il genere post-apocalittico, secondo me, non si accorda troppo bene con il Diesel, ma nemmeno con lo Steam - è un'opinione divergente anche questa - mi viene in mente il cartoon "9", quello dei pupazzini di stoffa nel mondo dove gli umani si sono estinti con le bombe atomiche.
Fermo restando, naturalmente, che l'ucronia non è l'unica strada possibile per sviluppare un'opera che rientri in tali correnti: condizione sufficiente, ma non necessaria.

Ma ritengo che il fascino di entrambe le correnti risieda proprio nella frase tipica che le riassume, nella possibilità di un passato che non è mai stato e mai sarà... che bisogno c'è di estinguere la razza umana e vivere in bande seminomadi?

D'altronde - senza andare troppo off topic - vi siete mai chiesti cosa sarebbe successo, se la corsa allo spazio fosse iniziata molto prima, con malandati UFO meccanici?? (come ci racconta Dick in L'uomo nell'alto castello, celebre ucronia basata sull'inversione di vincitori e vinti nella II Guerra Mondiale)? O se la macchina di Babbage avesse funzionato in maniera multi-tasking come lui aveva inizialmente concepito??

Sono contraria all'atteggiamento "a bidone", per dirla con le parole di chi mi precede; il Dieselpunk ha ancora molto bisogno non solo di affermarsi, ma anche di definirsi...
 
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Rodzo
view post Posted on 25/6/2011, 22:22




ho capito, non lo spiegherò mai a mia nonna....
 
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§:AlchemicalColonel:.:Lenore K:§
view post Posted on 26/6/2011, 02:16




CITAZIONE (Rodzo @ 25/6/2011, 23:22) 
ho capito, non lo spiegherò mai a mia nonna....

sei il migliore :D :D :D
ma la mia nonna il Dieselpunk l'ha capito abbastanza bene!!! "Ciumbia! L'è un puu comm en nel film, se ciama Metropolis, u capì ben?" XD

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Tornando sulle cose serie, mi piacerebbe sottoporre un quesito agli esperti Diesel: oddio, forse è una sciocchezza, ma datemi il vostro parere!
Allora... poco fa, guardando video di fashion Dieselpunk su Youtube, e leggendomi i commenti ad essi sottostanti (sono proprio una nerd), ho notato qualcuno che snobbava il Diesel- categorizzandolo semplicemente come "pulp";
dicendo che ne è solamente una versione un po' evoluta, più fantasy-cyberpunk, o come lo si vuole dire. Insomma, fatto sta che i Dieselpunkers gli sono saltati addosso dicendo che non è assolutamente così, che l'autore di tale commento non ne sa niente né di Diesel- né di Pulp e si sono lanciati in una lunga digressione sui due termini di cui però non ci ho capito nulla (provateci voi a seguire un discorso attraverso commenti di Youtube :sick: )

... illuminatemi d'immenso! Adesso mi viene il tremendo dubbio che il Dieselpunk in realtà sia solo l'ennesima ibridata cyber di un sottogenere già ampiamente sfruttato???

Eppure, di Dieselpunk come lo intendiamo "noi", non ho visto circolare parecchi film/libri/opere... sino ad ora...

Secondo quesito che nasce spontaneo: secondo voi, perché l'interesse per questo genere (sia quello che sia!) si è risvelgiato proprio in questo momento, proprio in questi ultimi mesi???
 
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Homini Lupus
view post Posted on 26/6/2011, 14:13




Per come la vedo è più un prendere consapevolezza dell'esistenza di una corrente più che una creazio ex nihilo.
L'ambiente ci dà degli stimoli cui diverse persone reagiscono in modo diverso.
Per diversi motivi il periodo di riferimento del Diesel è molto trattato nelle nostre culture occidentali: a scuola veniamo bombardati da considerazioni moraliste su tale periodo, maree di prodotti di intrattenimento sono basati sugli eventi bellici del secondo conflitto mondiale, l'epopea degli italiani negli Stati Uniti, nell'immaginario popolare, si colloca in questo periodo.
I periodi successivi, dagli anni '60 ai giorni nostri, sembrano colpire molto meno l'immaginazione e sembrano molto più adatti a riempire la bocca dei politicanti. Sono epoche di sistemi di idee distruttivi, viene negato tutto quello che è stato creato prima, sostituito da un confusionario spontaneismo e l'abbattimento di ogni scala di valori lascia tutti con il deretano per terra; il materialismo prevale e chi non vuole passare la propria esistenza a guardarsi i piedi, col rastrello del letame in mano, viene visto come un nerd (ovvero un sognatore visto alla luce di un'epoca di grettezza prevalente) o al meglio uno spostato; chi afferma qualcosa invece di negare tutto è additato come scemo e la dignità dello "uomo nell'arena" di Rooseveltiana memoria è oramai scordata.
Oltre a questo sono epoche molto vicine, troppo per entrare nel mito.

Posto che sia corretta la mia idea che il periodo '20-'40 sia particolarmente adatto a stimolare la nostra attenzione il resto viene da sé. Laddove alcune persone hanno crani di tale spessore da rimanere impermeabili a idee e immaginario che non riguardino ciò che si trova a un centimetro dal naso altre si interessano anche a ciò che non è più e forse a ciò che avrebbe potuto essere, e a come questi due filoni possono arricchire la loro esistenza.
Alcune persone possono inoltre essere attratte dall'aspetto provocatorio che le parti non politicamente corrette del lungo ventennio offrono, analogamente a come i "normali" punk provocano il disgusto altrui medante mohawk, effluvi maleodoranti e maleducazione.
Di fronte a questa cornucopia di tematiche, tanto compresse in un breve periodo da riversarsi nelle epoche successive, si possono avere diversi atteggiamenti, che però possono essere riassunti in due poli non esclusivi: quello dello "storico" e quello del "fantasioso".
Lo storico si preoccupa dell'esattezza, della precisione e del dettaglio infimo. Di fronte ad una foto d'epoca è in grado di indicare con certezza dove e quando è stata scattata, sa dove Frank Sinatra comperava i cappelli e con quale pomata Stalin trattava i propri baffi.
Il fantasioso parte dallo storico ma ad un certo punto, invece di preoccuparsi di accumulare ulteriori dettagli, comincia a elucubrare sulla materia presa in esame. Si chiede "perché", ma anche "cosa sarebbe avvenuto se" e si appassiona più agli aspetti iconici che al dettaglio.
Il secondo atteggiamento è l'essenza del Dieselpunk ed essenzialmente il motivo per personalmente cui non lo considero veramente un derivato del Vaporteppismo quanto un'evoluzione parallela di un genere analogo.

A dire la verità però non ho notato un emergere recente dell'interesse per il genere Diesel. Cosa la porta a questa conclusione?
 
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Rodzo
view post Posted on 26/6/2011, 21:18




mia nonna avrebbe rispondo: " È un coso, ma'ssì con tutti que' 'hosi 'he cosano! Tutti sudici di gasolio 'home tu pa'! Maremma, 'un va'vvia neanche 'holle bomb'a'mmano!"

@h. Lupus: Vaporteppismo? A me risulta Vaporlegnomarcio!

a esse'sseri: in ogni caso anche io ho notato un incremento di produzione da qual punto di vista: video musicali(ruoska vedetevi i ruoskaaaa!), fumetti, libri, corti, film e anche il termine sta cominciando a girare nell'ambiente della moda( letto mi sembra su un vogue gioiello... Mi potrei sbagliare).

Acciaio fuligginoso!
 
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§:AlchemicalColonel:.:Lenore K:§
view post Posted on 27/6/2011, 18:01




@ Homini Lupus:
un'interpretazione fantasiosa e molto scientifica della presa di coscienza sull'epoca Diesel, bravo!!! E' vero, penso anche io che i periodi successivi siano qualcosa che può colpire meno la voglia di sognare, più adatti a essere ricucinati e ristufati con la scarsa abilità culinaria di politicanti/critici/borghesotti di vario tipo... in salsa buonista... perdendo sapore e aroma...

E poi le due guerre, la corsa alle armi, gli esperimenti, le più grandi rivoluzioni culturali e scientifiche... tutto in quegli anni... già, come restare impassibili, se si ha un cuore come il nostro? Fosse anche solo perché l'epoca Diesel è in un certo senso anche "provocante"! Come la musica di Max Raabe ;) lo conosci???

CITAZIONE
Cosa la porta a questa conclusione?

Quello che dice Rodzo prima di me, e il fatto che il termine Dieselpunk sembra essere comparso su Google/Youtube/etc. solo ultimamente!
Prima, infatti - essendo da sempre appassionata a questo "stile", anche senza sapere come si chiama la corrente vera e propria - le mie ricerche internaute (con tags tipo "fashion 1930-1940, german chic, belle epoque, women ww2, swing-punk music, modern gangster, ww2 war machines, steampunk world wars" ) non mi avevano mai portata ad incontrare tale termine! Solo ultimamente, sull'onda del successo dello Steampunk, la definizione sembra essere stata coniata da alcuni texani, che tra l'altro possiedono il dominio Dieselpunks.org e hanno creato la pag Wikipedia!

PS: Io direi più Vaporspiccioli ^_^
 
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42 replies since 24/3/2011, 21:11   1340 views
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