Uhhhh, psicologia sperimentale, yeaaaaaaaaaahhhh!!! Nerd-psicologi alla riscossa... Voglio vedere accapigliarsi tutti su questo meraviglioso thread, bravo Cagliostro!!!
Ora, le cose serie.
Le ricerche di Delgado si collocano nel filone, molto in voga negli anni tra le due guerre e nel dopoguerra, della ricerca psicofisiologica. Delgado è stato un grande pioniere nell'ambito della
psicofisiologia, che come dice la parola stessa,, studia gli effetti sul comportamento e sul corpo delle reazioni e della comunicazione elettrica o chimica del cervello.
I suoi esperimenti si sono basati soprattutto sulla stimolazione di
amigdala e
ippocampo, le regioni più antiche evolutivamente parlando, collocate nel profondo dell'encefalo (il vostro pugno chiuso con i pollici all'interno è un buon modello del cervello mammifero!). Sono regioni legate all'emotività e alla memoria che fondamentalmente non controllano il movimento, ma ne influenzano le zone deputate a seconda dello stato dell'organismo. Il movimento è infatti localizzato in aree di più recente evoluzione, come la corteccia.
CITAZIONE
Il passo successivo fu quello di un innesto umano, ma non ci furono i risultati sperati: un soggetto chiudendo convulsamente ed in modo involontario il pugno disse (traduco): “La sua elettricità è più forte della mia volontà” ma nulla di più.
Insomma, non si tratta di controllo diretto del movimento, che non è molto facile da realizzare a livello sperimentale se non impossibile sugli esseri umani, bensì di influenza elettrica sulle aree più antiche e meno evolute del nostro cervello...
Ma la mente umana è qualcosa di più che chimica ed elettricità... non bisogna dimenticarlo mai!
In tempi recenti è stata fatta, piuttosto, una scoperta fondamentale, per chi come me è di orientamento "misto" (cognitivista + dinamico + fisiologico + relazionale), che potrebbe aiutarci a scoprire le basi fisiologiche della
relazionalità umana e animale (sì, per quanto possiamo fare gli irriducibili
individualisti, purtroppo è così, essa è imprescindibile per una vita umana così come la conosciamo):
"
Nel passato la ricerca aveva come campo di studio l’anatomia del cervello e successivamente la fisiologia del sistema nervoso, senza riuscire (per carenze tecnologiche) a definire i meccanismi che sottendono il comportamento, il pensiero e le emozioni. Fino a pochi anni fa ci si limitava a studiare gli effetti del controllo neuromuscolare che produce il movimento; oggi è possibile capire cosa è in grado di determina un’azione, il suo scopo e la sua motivazione.
I neuroni specchio sono stati scoperti più di una decina di anni fa, ma solo negli ultimi si è riusciti a definire nel dettaglio il loro funzionamento e quindi anche la loro grande importanza per la conoscenza del comportamento umano. Questi neuroni hanno dimostrato di potersi attivare sia per eseguire una determinata azione sia in seguito all’osservazione di una azione simile compiuta da un altro individuo. Scrive Rizzolatti (“So quel che fai”, Raffaello Cortina Editore, 2006): “l’attivazione dei neuroni specchio è in grado di generare una rappresentazione motoria interna (atto potenziale) dell’atto osservato, dalla quale dipenderebbe la possibilità di apprendere via imitazione”.
Prima ancora dell’imitazione queste cellule posseggono la capacità di riconoscere e di comprendere il significato posseduto dagli atti osservati. In pratica risulta che la stessa comprensione che regola l’esecuzione delle nostre azioni, permette la comprensione delle azioni altrui. Per comprendere il significato e l’intenzione delle azioni degli altri è sufficiente che il soggetto possegga la conoscenza delle proprie esecuzioni (abbia cioè tali azioni tra il proprio patrimonio motorio). La maggior parte delle ricerche ha lavorato utilizzando modelli sperimentali che sfruttavano l’esecuzione di azioni in relazione ad un controllo visivo, ma lo stesso modello risulta valido anche per altri ambiti sensoriali, ad esempio quello relativo agli stimoli sonori (ascolto un suono, lo comprendo e lo riproduco).
Scrive ancora Rizzolatti: “i neuroni specchio e la selettività delle loro risposte determinano uno spazio d’azione condiviso, all’interno del quale ogni atto e ogni catena d’atti, nostri o altrui, appaiono immediatamente iscritti e compresi, senza che ciò richieda alcuna esplicita o deliberata operazione conoscitiva”. Percezione ed esecuzione posseggono pertanto uno ‘schema rappresentazionale comune’.
E’ molto probabile che dal sistema dei neuroni specchio nel corso dell’evoluzione sia originato il substrato neuronale necessario per la comparsa delle prime forme di comunicazione tra gli individui che ha portato infine allo sviluppo del linguaggio. In particolare le origini del linguaggio andrebbero ricercate, prima ancora che nelle forme di espressione vocale, nell’evoluzione di un sistema di comunicazione intenzionale attuato attraverso i gesti: prima della bocca sarebbe stata la mano a ’parlare’ e la via di apprendimento sarebbe stata quella imitativa controllata da neuroni specchio specifici denominati eco.
Gli esperimenti più affascinanti riguardano il substrato anatomico-funzionale dell’empatia (la capacità di comprendere lo stato emozionale dell’altro, di percepire ciò che percepisce l’altro). Esperienze recenti indicano che osservare un viso altrui che esprime un’emozione, stimola nell’osservatore i medesimi centri cerebrali che si attivano quando lui stesso presenta una reazione emotiva analoga. Il centro neuronale deputato a questa funzione specchio sarebbe l’insula, una zona del cervello dove sono rappresentati gli stati interni del corpo e dove avviene l’integrazione viscero-motoria (la cui attivazione trasforma gli input sensoriali in reazioni viscerali)."
Spazio d'azione condiviso... Capito???
Gli esperimenti di Delgado sono fondamentalmente improntati sull'influenzare il sistema nervoso dell'individuo, la diffusione di un dispositivo del genere la vedo improbabile perché necessita di una diffusione troppo ampia, con costi non indifferenti, e nemmeno sicura di funzionare a livello di una società intera!
Non bisogna dimenticare che la relazionalità è parte integrante dell'esperienza umana, della quale, ricordo, abbiamo esplorato una minima parte perché non basta sapere "come è fatto il cervello"... la mente umana è di più e ancora non siamo nemmeno d'accordo su una definizione univoca di essa =)
Comunuqe...
A me spaventa molto di più l'idea di qualcuno che capisca
come usare questo tipo di neuroni speccho al fine di controllare le masse, non gli individui, grazie al meccanismo dell'imitazione neuronale --> ciò che la psicanalisi chiama interiorizzazione, e talvolta
empatia relazionale!!!!
Fatemi sapere che ne pensate =)
Fonti: Studi di Psicologia Generale, Storia della Psichiatria inclusi nel mio corso universitario
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Ah, comunque, io non le chiamerei "scienze alternative"... visto che argomenti di questo genere hanno, finalmente, ottenuto il pieno riconoscimento della comunità scientifica!!! Sono ormai passati i tempi duri per noi psicologi o studiosi della psiche e della fisiologia umana... questo tipo di ricerche non è più snobbato come "disciplina che si fonda su un castello in aria", ma è ormai pienamente inclusa anche in alcuni corsi universitari di ultima generazione (tipo le Interfacoltà che mescolano comunicazione, informatica, psicologia e sociologia) -- un esempio ne è il mio corso universitario che si chiama appunto "Comunicazione e Psicologia".
Certo, occorre saper distinguere tra "baggianate" e scienza!
Perciò ti rinnovo i complimenti, caro Cagliostro... Voglio un altro thread così ^^
per ora ho voluto dire la mia solo sull'argomento del controllo mentale, ma mi ha appassionato di brutto anche la storia del computer comandabile con il pensiero! Farò sicuramente qualche ricerchina