Direi che, descrivendo "questi" secoli XIX XX e XXI dovremmo definire una distinzione.
Tra quelle che sono le creazioni di uno o più inventori (che poi facilmente si conoscono, visto che l'alta cultura è forse l'unico ambito della società effettivamente internazionale, niente Comunità Europea o Alleanza Atlantica che ai due Kaiser e allo Zar si rizzano i capelli soltanto a sentir nominare cose del genere, politica estera fondata sui trattati da potenza a potenza) e gli strumenti della tecnica effettivamente in uso comune almeno nelle nazioni più industrializzate.
Leggendo il dizionario basilare dei termini "steam" ho dato un occhiata all'articolo di giornale che tratta delle difficoltà incontrate una società fondata sulle tradizionali fonti di energia: inquinamento critico ed esaurimento delle riserve di combustibile. Posto che il petrolio non è molto meno inquinante ed è esauribile anche esso (del nucleare non parliamo neanche)
e che le fonti rinnovabili sono parte da secoli della tecnica tradizionale (basti pensare ai mulini a vento olandesi) anche le macchine a vapore hanno continuato a migliorare nei decenni.
Restando ad esempio nell'ambito delle locomotive a vapore inglesi si paragoni il rapporto consumi/potenza della "Rocket" di Sthephenson (1829)e della "Flying Scotsman" (1923).
E taluni politici, in particolare tra quelli di orientamento socialista o conservatore (per motivi in parte differenti) hanno compreso presto l'importanza di limitare l'inquinamento atmosferico e preservare nelle grandi città industriali la "qualità dell'ambiente" (esemplare nel contesto europeo la protezione dei boschi e dei laghi nella Germania di Bismarck). Nei decenni non potevano che comprenderla tutti per forza di cose.
Nell'articolo ci si domandava come poteva fare soltanto con il vapore una società sempre più ambiziosa e che introduce sempre nuove macchine.
Ma chi ha detto che le ambizioni di una società consistano nell'introdurre sempre nuove macchine? Per qualcuno l'ambizione poteva essere il Potere Assoluto (che è sempre una carina cosa). Per qualcun altro godersi in pace il suo giardino. Per qualcun altro ancora infilarsi gli occhiali da lavoro
e forgiare un telefono portatile o un fucile all'assenzio o un automa senziente a vapore.
Ma quest'ultimo qualcuno non poteva che appartenere alla minuscola elite di talenti geniali di una minuscola elite di dottorati in lauree scientifiche (provenienti da studi universitario costosi e selettivi) o di tecnici e lavoratori altamente specializzati e risiedeva quasi certamente in Inghilterra, negli Stati Unionisti o nell'Impero Germanico del Nord.
E in quanto alla possibilità che simili "ordigni" possano essere prodotti su larga scala... l'automa a vapore, con buon fondamento aborrito dai sindacati dei lavoratori, certamente no... il fucile all'assenzio può essere forse preso in considerazione da una Regia Commissione Militare dell'Impero Federale Austro-Tedesco-Slavo-Ungarico, per armare i reggimenti di stanza in Boemia (consentendo la repressione di moti radicali o indipendentisti senza causare vittime)... il telefono portatile perché mai?... per comunicare va bene il telegrafo o il telefono a filo (e nei paesi di campagna non è molto diffuso neanche quello fuori dagli alberghi, dagli ambulatori medici o dalle stazioni) e per conversare sono andate bene per secoli le lettere... né all'economia né ai sentimenti serve tutto questo affrettarsi...
La domanda in definitiva è questa: quanto vapore c'è in effetti nei secoli del vapore?
Forse non tanto quanto si potrebbe pensare...
E'sufficiente andare nella penisola italiana, in quella che in fin dei conti è ancora una periferia dell'Europa veramente all'avanguardia della tecnica... lì, al di fuori dei vertici del triangolo industriale nel Regno dell'Alta Italia, nelle cittadine delle Venezie o del Regno d'Italia centrale (anche detta Etruria) o del Lazio Pontificio o del Regno di Sicilia... l'unico elemento "steam" è proprio la stazione dei treni a vapore, quelli rapidissimi e immensi come colline d'acciaio delle linee preferenziali e quelli graziosi e colorati che procedono adagio sulle linee locali a scartamento ridotto.
Qui in una terra legata più alle memorie di un sofferto e glorioso passato che all'attesa di un inconsueto avvenire l'attento viaggiatore può talvolta vedere cosa rende questa civiltà occidentale dei nuovi tempi così affascinante a confronto di tante che l'hanno preceduta, nel quadro di un occhiata, dove una lontana aeronave non è che una nube geometrica e vaporosa nell'alto dei cieli sopra i boschi attorno al fiume disceso da una "rascona" a remi, i cespugli di mirto del promontorio di una caletta costeggiate dalla vela una sciabecco di pescatori, le colline di aranceti solcate da una via polverosa dove trotta un carretto carico di fiaschi di Marsala
Dove la scienza è per taluni un fine, per quasi tutti un sogno lontano, per molti niente altro che un mezzo per conquistarsi e conservare "una certa maniera di vivere".
E altro non aggiungiamo
Edited by GattodiPavia - 12/9/2011, 02:16