"It's time to rethink Steampunk": uno spunto di discussione da Jess Nevins

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Kormyak
view post Posted on 28/1/2012, 11:07




Jess Nevins è una delle persone che più apprezzo nell'ambito della comunità steampunk internazionale. E' un esperto di letteratura popolare vittoriana, uno degli "studiosi" del Wold Newton, e il compilatore di esaustive e affascinati annotazioni alla "Lega degli Straordinari Gentelmen" di Moore e O'Neill. Purtroppo continua a ritenere GURPS il miglior sistema di gdr nel mondo, ma nessuno è perfetto.
E Jess ha scritto un articolo riguardo alla definizione di steampunk. Per chi non mastica l'inglese, si può sommariamente riassumere nella proposta di non considerare "steampunk" come una categoria definita, quanto piuttosto come un continuum che non ci dica se un'opera è steampunk o no, ma che stabilisca se è più o meno steampunk in base alla presenza di un numero più o meno alto di elementi caratteristici del genere.
Vi invito a leggere l'articolo e a esprimere la vostra opinione. E' il momento di ripensare a "steampunk" come a un continuum, o è possibile definirlo in maniera univoca? E in questo caso, come?
 
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Carraronan
view post Posted on 28/1/2012, 13:44




Jess Nevins suggerisce semplicemente di usare il comune approccio usato per i generi, come fantascienza e fantasy, da chi li conosce e se ne occupa davvero. L'articolo di Nevins è corretto, e afferma cose che avevo già indicato più volte sullo steampunk (fuzzy: i molti modi di essere "punk", i molti possibili steampunk, la differenza tra appartenere al Genere o avere una contaminazione del genere -si veda Twilight, il cui Genere non è "Fantasy - Vampiri" ma "Rosa" condito con Vampiri farlocchi... ovvero paranormal romance) sia nei commenti di risposta ai dubbi all'epoca del Concorso su Baionette Librarie, sia nella mia Breve Introduzione allo Steampunk (che è veramente breve, visto che stimavo dimensioni 10 volte maggiori, almeno, per una introduzione più approfondita e con più esempi concreti).

Francamente è l'unico approccio possibile, quello già usato per gli altri generi/sottogeneri.
Non vedo perché lo Steampunk avrebbe dovuto fare eccezione...

Nevins è molto bravo. All'epoca dell'antologia Steampunk di VanderMeer pubblicò un articolo sul punk nello steampunk che aveva vari errori, che fanno capire che all'epoca era più esperto di fantascienza d'epoca che non delle reali opere Steampunk della prima generazione, ma erano errorini che NON danneggiavano la tesi di fondo sostenuta. Tesi che abbraccio completamente, viste anche le radici storiche che ha (come scoprii tempo dopo, Nevins non fece il collegamento) nella fantascienza di Albert Robida.

La cosa più importante dell'articolo non è l'articolo in sé, ma il fatto che Nevins abbia sentito il bisogno di chiarire queste cose apparentemente ovvie dopo aver, immagino, constatato la drammatica situazione intellettuale di troppi appassionati poco informati su cosa sia lo Steampunk in tutto il suo vasto ambito di opere diversissime (ma con elementi e approcci -seppure diversi- tratti da un bacino comune, da cui il bisogno di una definizione necessariamente fuzzy, graduale ed elastica).

Situazione drammatica già attestata dalla spaccatura avvenuta durante quel fallimento che fu "il grande dibattito Steampunk" del 2010, che portò i principali appassionati seri di Steampunk (il fondatore di Voyages Extraordinaries, ad esempio) a rinnegare l'appartenenza alla sottocultura steampunk o a prenderne le distanze dopo aver trovato un clima ostile in cui la gente dibatteva, per colpa della propria ignoranza, di cose ovvie e di cui non c'era nulla di cui dibattere (dal classico "può esserci l'elettricità nello Steampunk?" a molto altro ancora) e quando gli esperti venivano a dare un mano segnalando opere di fantascienza d'epoca, a fornire commenti di natura storica ecc... che chiarivano in modo inequivocabile la questione, la reazione troppo spesso era idiota e maleducata.

Ignoranti che si vantavano della propria ignoranza, con l'idea che chi si informa perché è davvero appassionato del XIX Secolo e dello Steampunk (e magari ha letto tutte le opere della prima generazione e sa da dove viene il termine e cosa include) deve sentirsi in colpa per essersi informato e deve tacere per non disturbare gli altri che invece vogliono discutere in eterno di stupidate, convinti che solo nell'ignoranza più becera, quella orgogliosa di sé stessa, vi sia lo Steampunk. Da vomito. Una situazione in stile forum fantasy italiani, in pratica.

Onestamente era difficile voler avere qualcosa a che spartire con quel branco di caproni, ma secondo me Cory Gross non ha fatto la cosa giusta: la sua passione, i suoi interessi, continuano ad essere quelli che alimentano il vero Steampunk interessante, quello fatto di studio, dedizione, richiami storici-letterari (il fumetto La Lega degli Straordinari Gentlemen è un esempio eccellente di Steampunk serio) ecc... ovvero ciò che rende lo Steampunk una cultura/genere fatta di vera riscoperta del meglio "dimenticato" del passato (e quindi del modo in cui quel meglio può influenzare il presente e il futuro, facendo un esempio pratico: riscoprire la mentalità tedesca imperiale riassunta dal motto "Suum Cuique") e delle sue bizzarrie, e anche delle sue miserie, per rileggere il mondo di oggi con gli occhi di chi ha visto che 100-150 anni fa le cose non erano poi così diverse, che quella gente non era poi così diversa da noi. E magari sorridere sia del presente che del passato, come faceva la prima generazione "gonzo-historical" dello Steampunk.

Lo Steampunk è divertimento e il divertimento migliore è una cosa seria (pensate al recupero che Miyazaki fa di Robida per l'atmosfera de Il Castello Errante di Howl), non è un mero accatastare occhialoni, dirigibili e luoghi comuni sull'800. Accatastare elementi cliché senza riflessione è ciò a cui gli uffici marketing vorrebbero ridurre lo Steampunk: semplice moda, un guscio privo di contenuto.

Edited by Carraronan - 28/1/2012, 14:08
 
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§:AlchemicalColonel:.:Lenore K:§
view post Posted on 28/1/2012, 16:35




L'articolo è davvero ben fatto, come anche l'interpretazione di Carraronan :woot: complimenti!!
Ma secondo me, così, si entra in territori davvero troppo confinati e confinanti. Mi spiego: chiaramente, ci rido anche io su i cosidetti "gonzo-historicals". E questa frase

CITAZIONE
Accatastare elementi cliché senza riflessione è ciò a cui gli uffici marketing vorrebbero ridurre lo Steampunk: semplice moda, un guscio privo di contenuto.

...Si può ricollegare secondo me al mio thread Just glue some gears on it... dove discutevo appunto della terrificante possibilità di ridurre lo Steampunk a semplice marketing business come già se ne possono vedere taluni esempi in shop qua e là per il Web - soprattutto su Ebay, dove l'etichetta Steampunk è piantata a casaccio su ogniqualsivoglia oggetto lontanamente Vintage o semplicemente un po' "Dark", con qualche rotellina (*insert facepalm here*)

Quindi, i miei più grandissimi complimenti a chi ne sa davvero, sul genere, sulla fantascienza d'epoca, e può così davvero vantare di possedere una reale teoria (e non dare aria alla bocca come su certi, appunto, forum dove si sente gente dire: "Ah, io ero *una determinata corrente* ancora prima che diventasse moda, io lo sono da quando avevo 2 anni, etc.)

... Ma spero di non commettere un crimine contro l'umanità meccanico, se mi dichiaro una semplice sostenitrice della cultura steampunk - nonché rinnegante dell'etichetta di "sottogenere", "sottocultura", "contromoda" e chi più ne ha più ne metta - giusto perché amo la fantascienza d'epoca, non ne sono un'esperta fondamentalmente e lo ammetto senza problemi, ma mi appassionano quelle atmosfere, che si tratti di un fumetto o di un racconto, di una fiera o di un vestito, delle idee di un artista o della spiegazione dettagliata di un esperto.

E dunque... Non vorrei mai e poi mai vedere nessuno escluso dall'amare questo genere che ancora necessita di una chiara rappresentazione mentale, di confini ben definiti, o forse non ne necessita proprio visto che si tratta di conoscere una cultura e un'epoca (con tutte le sue infinite particolarità e particolari) aggiungendoci l'indispensabile ingrediente della fantasia (che sia di classe, beh, chiaro!). A meno che non si diverta a "vantarsi della propria ignoranza"!
Benvenga la definizione "fuzzy" (che termine carino!) visto che, appunto, lo Steampunk è qualcosa di fin troppo eclettico, con troppe sfaccettature e correnti di per sé accomunate solo da una radice di base; io stessa ho un mio personale tracciatore di confini steampunk che suona come una caldaia sul punto di esplodere quando vedo accatastarsi luoghi comuni sull'800 e pile di ingranaggi rotti su roba che c'entra con lo SP come i cavoli a merenda, in nome di un tag che risulta davvero abusato talvolta, nell'obiettivo di coloro che vorrebbero farci su soldi facili approfittando della possibilità di un pubblico ignorante che si limita a prendere per buono ciò che si leggiucchia qua e là. Ma evito di farlo scattare quando si è al livello di semplice disquisizione (intelligente) sul tema.

L'unica soluzione a questa prospettiva è una SANA, BUONA, PROPAGANDA CULTURALE E ACCULTURATA NON ASSOLUTISTA, CHE LASCI SPAZIO ALLE DISCUSSIONI COME QUESTA dove i n00b possano imparare dagli esperti, e gli esperti possano accrescere il proprio bagaglio e innovarlo grazie proprio alle idee dei n00b. ESATTAMENTE COME FA IL FORUM DI SP-ITALIA!!

Ancora complimenti, & keep up the good work!!!

PS-OT: Se pensate che sia difficile definire lo Steampunk ed evitare le massificazioni ignoranti nel frattempo che si lotta per conquistarsi lo status di "Cultura D.O.C.", beh, provate a fare un giretto nell'ambiente virtuale Dieselpunk!!! ;)
Io ne so qualcosa con il mio progetto Wiki...
 
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Sean Skyhammer
view post Posted on 30/1/2012, 02:40




Premetto di aver letto sia l'articolo Jess Nevins sia quello di Carraronan intitolato "Breve introduzione allo Steampunk". Inizio dicendo che l'idea di definire dei criteri per determinara il livello di Steampunk di un opera sia molto più logica rispetto al mero è/non-è Steampunk. E' circa un anno che mi sono interessato al suddetto genere e solo ora credo di iniziare ad intuire cosa in realtà sia (grazie appunto ai 2 articoli citati all'inizio del mio discorso).
Mi sorge ora un dubbio: ha senso crearsi un alter ego con tanto di "costume"? O meglio: è possibile creare un personaggio che possa essere più o meno Steampunk (sempre secondo i criteri suggeriti da Nevins) senza cadere irrimediabilmente nella ModaSteampunk?
 
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Homini Lupus
view post Posted on 31/1/2012, 08:12




Ho letto l'articolo qualche giorno fa essendomi stato segnalato da Dieselpunks (il che indica che anche tale comunità sta preparando gli ombrelli corazzati per la pioggia coprolitica di certe discussioni, nella presunzione che questi generi seguano un corso ciclico...). L'unica cosa che, a mio parere, è da sottolineare ulteriormente quando si parla di questi argomenti al giorno d'oggi è il valore di "tag" che le parole chiave di un genere e dei suoi stereotipi hanno, nonché l'importanza dei motori di ricerca in quanto moderni oracoli e spin doctor automatizzati. Questo in quanto stiamo parlando di fenomeni in cui la componente internautica ha un valore fondamentale se non addirittura fondante; una persona che si interessa per la prima volta ad uno di questi generi presumibilmente comincerà a batterne le parole chiave nei motori di ricerca e verrà introdotto a reti di siti e risorse che si richiamano l'un l'altro.
Questo apparire o meno nelle ricerche può determinare la diffusione o meno di certe idee e modi di vedere e di stereotipi. Questo può inoltre porre il creativo di fronte ad un dilemma: creare un'opera di qualità, dal contenuto e dall'estetica inusitata, taggarla in modo appropriato (e, di conseguenza, evitando parole-stereotipo laddove non rilevanti) e rischiare che nessuno la conosca oppure creare qualcosa di immediatamente riconoscibile, in grado di attirare immediatamente l'attenzione dell'udienza, taggato con tutte le parole di genere e magari diffuso con tecniche di "guerrilla" tra tutte le comunità virtuali.
Benché il primo approccio sia per molti versi più corretto, rischia di non bucare la barriera tra un pubblico assordato da un eccesso di offerta in cui è difficile distinguere la qualità dalla spazzatura e un prodotto che, pur avendo qualità intrinseche che lo rendono in grado di intrattenere il suddetto pubblico finisce per essere sconosciuto ai più.

P.S. Il mio punto di vista sulla creazione di un personaggio/costume è che un'espressione del proprio sè e della propria estetica è una cosa (ovvero una propria creazione) laddove il cosplay è essenzialmente la dichiarazione della propria nullità. Entrambi sono influenzati dalla moda; una volta che una persona è consapevole di questo, può scegliere fino a che punto divergere, a seconda delle proprie necessità. Alla fine, in fondo, l'importante è divertirsi visto che nessuno ti paga.
 
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Kormyak
view post Posted on 1/2/2012, 10:10




Ho pensato a lungo a cosa ci fosse da aggiungere all'intervento del Duca, e... non ho trovato nulla. Non posso che concordare e sollevare il cilindro (non ho il fisico per indossare il pickelhaube!) in segno di omaggio.
Ci sarebbe però da dire, per quanto riguarda l'articolo da cui siamo partiti, che, da un punto di vista prettamente critico, questo approccio lascia in sospeso la questione della categorizzazione, rischiando di rendere di fatto ancora più confusa l'applicazione dell'etichetta "steampunk" di cui Nevins stesso si lamenta.
Il passaggio chiave penso che sia: "Rather than assembling a list of elements which a work must have to qualify as "steampunk," we can say that as long as a work has some of those elements, it is steampunk". Ma cosa si intende per "some"? E quali sono questi elementi? Nevins stesso fa l'esempio di Hugo di Scorsese: basta la presenza di un automa a molle e ingranaggi a farlo ricadere nello spettro dello "steampunk"? E i vari elementi hanno tutti lo stesso "peso"? Se "ambientazione vittoriana" da sola non è certo sufficiente a far rientrare un'opera nello steampunk, "presenza di tecnologia mai realizzata basata su scienza e tecnica ottocentesche" lo è?
 
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ripper covenant
view post Posted on 2/2/2012, 17:57




steampunk sembra più intricata ogni giorno è come un nodo di ganci a cui si aggiungono gli altri, molte volte è più una visione personale di alcune persone.

QUOTE
Accatastare elementi cliché senza riflessione è ciò a cui gli uffici marketing vorrebbero ridurre lo Steampunk: semplice moda, un guscio privo di contenuto.

la parte visiva del genere steampunk fa la parte importanti, è un apparecchio necesesario, purtroppo, molti altri hanno cercato di girare questo per fare una moda vuota è come avere una tazza di caffè senza la pressione del liquido, questo serve solo anche molto buona pubblicità, abbiamo tutti la libertà di vestirsi come si vuole

traduction

steampunk seems more tangled every day is like a knot of hooks to which are added others, many times it's more a personal view of some people.

the visual part of the steampunk genre makes important part, is a fixture necesesario, unfortunately many others have tried to twist this to make an empty fashion is like having a cup of coffee without the fluid pressures, this only serves also very good publicity, we all have the freedom to dress as we want
 
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Cagliostro89
view post Posted on 4/2/2012, 23:28




Ci ho messo diverso tempo per elaborare le idee che tutti questi post mi hanno suscitato (e per metterle sottoforma di frasi comprensibili) ma l'argomento non si può che definire assolutamente interessante!

Il mio pensiero al riguardo è che assolutamente tutto quello che è stato detto fino ad ora è assolutamente la verità: di particolare rilievo ed interesse sono stati gli interventi di Carraroran e del colonnello Leonore (hanno espresso in un italiano decisamente più corretto del mio quello che stavo pensando!)
L'abuso del termine Steampunk che ci sta tanto a cuore per la commercializzazione e lo spaccio di un genere senza conoscerne quantomeno le origini è effettivamente un atto deprecabile e da scoraggiare ma come dice il capitano:
CITAZIONE
Il passaggio chiave penso che sia: "Rather than assembling a list of elements which a work must have to qualify as "steampunk," we can say that as long as a work has some of those elements, it is steampunk". Ma cosa si intende per "some"? E quali sono questi elementi? Nevins stesso fa l'esempio di Hugo di Scorsese: basta la presenza di un automa a molle e ingranaggi a farlo ricadere nello spettro dello "steampunk"? E i vari elementi hanno tutti lo stesso "peso"? Se "ambientazione vittoriana" da sola non è certo sufficiente a far rientrare un'opera nello steampunk, "presenza di tecnologia mai realizzata basata su scienza e tecnica ottocentesche" lo è?

In sincerità la mancanza di definizioni ben precise del genere "Steampunk" penso sia una cosa abbastanza positiva: permette al genere di avvicinare nuovi proseliti tramite vie sempre nuove, inoltre evita il pericolo del ristagno: col passare del tempo si scoprono sottogeneri sempre nuovi o aspetti dello steampunk che non si erano precedentemente considerati.
La mancanza di confini ben definiti se da una parte può rendere il genere facile preda di generalizzazioni e strumentalizzazioni economiche, a mio avviso contribuisce anche ad un rinnovamento fresco e continuo di tutte le sue possibili definizioni. Istigando curiosità in nuovi appassionati, riaccendendo gli animi assopiti dei vecchi appassionati e aprendosi vie sempre nuove per farsi conoscere.
Insomma che lo steampunk sia "libero" ovvero in parte ancora privo di una definizione netta ha i suoi lati positivi, sebbene ci metta più spesso davanti ad orrori quali quelli elencati da Leonore nel topic "just some glue with a gear on it".

Per rispondere al capitano: bella domanda, a mio avviso una parte molto importante spetta alla tecnologia ucronistica, forse addirittura una parte leggermente più rilevante rispetto al periodo storico in cui si inserisce.
Partecipo e mi interesso dello Steampunk da meno di un paio di anni, quindi queste mie impressoni sono conscio siano quelle di un novizio....tuttavia se devo etichettare qualcosa come Steampunk faccio riferimento all'atmosfera che mi ispira.....
Mi spiego meglio: il solito elemento di discordia "il computer steampunk" che ci si domanda ogni volta se meriti o non tale appellativo, per me lo è rispetta sia i canoni di "futuro se fosse giunto prima" ed è perfettamente inseribile in una ambientazione vittoriana o comunque attinente al periodo immediatamente precedente o successivo.
In breve per la definizione dello steampunk per me tecnologia del vapore e atmosfera vittoriana sono abbastanza fondamentali ma adattabili anche ad altri contesti, se riesci ad immagnarti quella situazione/oggetto/libro/musica all'interno della cultura vittoriana con tecnologia a vapore allora ha ottime probabilità di appartenere al genere steampunk.

(sarò bollato come eretico dopo questo post?)
 
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The_Zeppo
view post Posted on 5/2/2012, 16:08




CITAZIONE (Kormyak @ 1/2/2012, 10:10) 
Ci sarebbe però da dire, per quanto riguarda l'articolo da cui siamo partiti, che, da un punto di vista prettamente critico, questo approccio lascia in sospeso la questione della categorizzazione, rischiando di rendere di fatto ancora più confusa l'applicazione dell'etichetta "steampunk" di cui Nevins stesso si lamenta.

Secondo me ha perfettamente ragione Nevins Lo steampunk non é un continuum, ma un manifestarsi di cose assolutamente diverse che condividono una certa essenza che vale per tutti, che poi se ci facciamo caso é la natura stessa di tutti i grossi movimenti artistici e culturali dalla fine degli anni '60 ad ora (cos'é il Punk? E New Wave? Ed il Grunge?).

Io fossi in Nevins avrei anche le idee abbastanza chiare su quali siano i reali aspetti su cui fare perno:

1) Ucronia ambientata in un mondo tardo-ottocentesco, anche parallelo (personalmente penso che la prassi di limitare lo Steampunk al solo mondo Vittoriano sia un inutile limite espressivo e tematico);
2) Uso e Rielaborazione degli stili e delle tematiche del tempo in chiave post-moderna, non riferendoci tanto ai temi letterali ed alle modalità letterarie, quanto più che altro alle tematiche culturali e sociali dell'epoca! Ad esempio Hard Boiled, Noir, ed Horror (ma anche altri generi) possono essere tranquillamente Steampunk in quanto non comprendono riferimenti di Ambientazione ma uno stile narrativo e descrittivo e quindi nonvanno a ledere con il contesto;
3) Estetica Tecnologica. A mio parere, ma non sono un luminare del genere e mi potrò sbagliare, la tecnologia non va intesa come tecnologia a vapore "pura" ma come una scelta di materiali, dimensioni e caratteristiche che travalicano il semplice vapore e gli ingranaggi. Un esempio pratico é quello delle armi a raggi: esse fanno parte di tutto quel mondo ispirato dalle invenzioni e dalle idee di Tesla ma non sono affatto "Steampunk" in quanto Tesla é colui da cui si é partito per arrivare a quella che é la nostra tecnologia basata sull'eletricità e non sulla meccanica, eppure sono universalmente riconosciute come oggetti Steampunk.

Alla luce di questi parametri rispondere alle domande di Nevins sugli esempi proposti ci fornisce non solo la "sensazione" che quegli esempi NON siano Steampunk ma ci spiega anche il perché senza fare la perniciosa distinzione tra vecchi e nuovi autori: si parla solo di opere Steampunk ed opere non Steampunk.
 
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Isulf
view post Posted on 12/2/2012, 19:52




Non ho voglia estrapolare dalle mie meningi machiavellici ragionamenti. Per Vaporteppa si può prendere in considerazione una spettro assai ampio di applicazioni, dalla letteratura alla pelliola, all'intrattenimento etcetera. Un "Qualsivoglia" Steampunk non è nient'altro (Come sopracitato) un ucronizzazzione del moderno ottenuto dagli anni tardo ottocenteschi et alia. Comunque sia Nevins ha trovato il modo esatto per creare un identità Steampunk, ovvero, niente di eccessivamente viscerale, ma meri riferimenti su cui prendere ispirazione. E qui sorge un'altra questione: Su quali riferimenti dovremmo prendere ispirazione èrecisamente?
 
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9 replies since 28/1/2012, 11:07   339 views
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